La perdita dei capelli risulta essere un problema molto comune. Colpisce molto più gli uomini piuttosto che le donne, e nonostante i diversi progressi compiuti dalla scienza e dalle case farmaceutiche, non esistono ancora rimedi efficaci per fermare o prevenire questa condizione. La perdita di capelli può essere parziale o totale, e presentarsi a causa di diversi fattori, sia psicologici sia fisici.
La calvizie è anche conosciuta come alopecia. Si tratta di una condizione caratterizzata dal progressivo diradamento del cuoio capelluto. Esistono diverse tipologie di calvizie, alcune forme più diffuse altre più rare.
Nella sua forma più comune, ovvero la calvizie androgenica, colpisce principalmente gli uomini. Si stima, infatti, che l’80% dei maschi ed il 50% delle femmine sviluppino questa tipologia di calvizie.
La calvizie androgenica, quindi, ha da sempre suscitato un grande interesse sia dal punto di vista scientifico che da quello commerciale, in quanto sono molte le persone che si trovano a vivere con questa condizione. Come abbiamo detto, la calvizie può presentarsi in entrambi i sessi, nonostante la percentuale sia più alta negli uomini, soprattutto quelli che hanno superato i 30 anni. Per questo motivo, questa tipologia di calvizie prende il nome di androgenica.
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Diverse tipologie di calvizie
Esistono diverse tipologie di calvizie, classificabili a seconda di come si presentano esteticamente. La più comune risulta essere l’alopecia androgenetica, ovvero la calvizie di tipo genetico ereditario. Questa condizione è spesso accompagnata da altri sintomi, come la seborrea, ovvero uno sfogo cutaneo rosso e molto fastidioso, e desquamazione con relativa presenza di forfora.
Questa condizione di calvizie si manifesta con una leggera stempiatura, durante le fasi iniziali. Progressivamente, può manifestarsi un diradamento che parte dalla zona alta del cuoio capelluto, per fermarsi nella zona che va dalla nuca alla parte temporale, al di sopra delle orecchie.
Un’altra tipologia di calvizie è quella telogenica, che può essere considerata come una reazione dell’organismo ad un periodo di forte stress, sia fisico che mentale. Questa tipologia di calvizie colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini, in quanto l’organismo femminile ha una reazione allo stress completamente diversa da quella maschile.
Questa condizione, fortunatamente, risulta essere reversibile. Per permettere ai capelli di crescere, però, sarà necessario riportare lo stress ai livelli ottimali. Esistono anche altre tipologie di calvizie, principalmente legate all’azione di agenti infettivi o all’utilizzo di diverse forme di farmaci, come ad esempio quelli con funzioni anti tiroidee e anoressanti. Esistono, poi, forme di calvizie circoscritte, molto comuni, come l’alopecia areata o quella cicatriziale. Queste calvizie interessano piccole aree del cuoio capelluto, e sono solitamente risolvibili.
Che cos’è la calvizie femminile
Come abbiamo visto, la calvizie androgenica può colpire anche gli individui di sesso femminile, anche se presenta un’incidenza minore rispetto a quella maschile. Questa tipologia di calvizie, però, varia di distribuzione da uomo a donna.
Nella donna, infatti, il diradamento dei capelli difficilmente coinvolge la zona centrale della testa, mentre nell’uomo parte proprio da quella zona. In entrambi i sessi, però, la possibilità di sviluppare questa condizione aumenta con l’età, essendo particolarmente influenzata dalle alterazioni di diversi assi ormonali.
Nonostante ciò, le cause che determinano la presenza della calvizie androgenica non sono completamente conosciute, ma diversi studi hanno dimostrato che lo sviluppo di questa condizione sia legato sia a fattori genetici, ovvero ereditari, sia a disfunzioni ormonali. Un aumento dell’ormone del testosterone, presente sia nell’uomo che nella donna, può infatti aumentare la possibilità di sviluppare questa forma di calvizie.
Anche una particolare infiammazione cronica del cuoio capelluto può fare in modo che si sviluppi la calvizie androgenetica. Lo sviluppo di questa condizione, nelle donne, risulta essere particolarmente problematica, sia psicologicamente sia fisicamente.
Sono ben noti, infatti, casi di bassa autostima e aumento di stress legati all’improvvisa comparsa di questa condizione. Le donne, infatti, tengono particolarmente alla salute dei propri capelli e, perderli o trovarsi con una chioma molto ridotta può generare nelle donne insicurezze e paure varie.
Cure e trattamenti per la calvizie
Sfortunatamente, alcune tipologie di calvizie non presentano ancora rimedi permanenti. Altre tipologie invece, possono essere curate in modo anche abbastanza facile.
Il trattamento da applicare, quindi, dipende soprattutto dalla causa scatenante: ad esempio, nell’alopecia telogenica sarà sufficiente rimuovere le cause dello stress per poter vedere i capelli ricrescere nuovamente. Nell’alopecia androgenetica, invece, non è possibile ottenere gli stessi risultati, in quanto si tratta di una condizione del cuoio capelluto non reversibile. In quella maschile, è possibile utilizzare con esito insicuro alcuni farmaci da applicare localmente che dovrebbero incentivare la ricrescita dei capelli.
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In quella femminile, invece, vengono utilizzati farmaci come l’antiandrogeno spironolattone, il ciproterone o addirittura la pillola anticoncezionale. La calvizie androgenetica può essere arrestata solo se l’intervento a base di farmaci locali viene effettuato ai primi segnali della possibile malattia.
Le possibilità di successo terapeutico, però, si riducono drasticamente nel caso in cui l’insorgenza della condizione si verifichi il più precocemente possibile. In altre parole, se un individuo di sesso maschile inizia a perdere i capelli subito dopo l’adolescenza, avrà ben poche possibilità di arrestare l’avanzare della condizione di calvizie.
Esistono anche alcuni rimedi naturali che possono risultare utili per arrestare la calvizie androgenetica, ma le fonti scientifiche risultano essere davvero poche e quindi i rimedi naturali non possono essere ancora presi in considerazione.
A che età si stabilizza la calvizia
A seconda della tipologia di calvizie sviluppata, i capelli possono cadere più velocemente o più lentamente. Attualmente, sono state classificate tre tipologie di calvizie diverse, che principalmente si differenziano fra di loro in base all’andamento.
L’alopecia ad evoluzione lenta si presenta solitamente intorno ai 30-35 anni e presenta una progressione molto lentamente. Raramente, nel caso di questa tipologia di alopecia, l’individuo che ne soffre perderà completamente tutti i capelli.
L’alopecia ad evoluzione rapida, invece, rappresenta una tipologia di alopecia precoce che, infatti, insorge intorno ai 18-20 anni che si evolve rapidamente in una stempiatura di larga area, che terminerà con la perdita di tutti i capelli con l’avanzare dell’età. L’alopecia da invecchiamento, invece, insorge dopo i 50 anni.
Questa tipologia di alopecia presenta un andamento lento che interessa tutta la capigliatura, ma non comporta una calvizie totale. Solitamente, la calvizie più aggressiva e che progredisce più velocemente è quella che insorge dopo i 30 anni. Ma a che età si stabilizza la calvizie? Purtroppo non è possibile rispondere a questa domanda, in quanto, come non esiste un’età definita in cui compaiono i primi segni di calvizie, non esiste nemmeno un’età in cui si stabilizza.
Si può dire, però, che nella maggioranza dei casi la calvizie risulta stabilizzarsi intorno ai 50 anni. Avere un peggioramento o un nuovo sviluppo della calvizie, superati i 50 anni, risulta essere quasi impossibile, a meno che la nuova situazione non sia dovuta all’utilizzo di determinati farmaci.
In questo caso, infatti, se la perdita dei capelli fosse dovuta a fattori esterni come farmaci o stress, una volta risolta la causa scatenante anche la perdita di capelli si assesterà e c’è anche la possibilità che i capelli ricominciano a crescere.
I danni psicologici legati alla presenza della calvizie
Purtroppo non è raro lo sviluppo di problemi legati all’autostima fra coloro che soffrono di calvizie e di perdita di capelli. Soffrire di depressione, infatti, risulta essere molto comune in tutte le persone che subiscono improvvisi traumi estetici, come appunto l’improvvisa perdita dei capelli.
La calvizie, infatti, risulta essere molto diffusa, sia negli uomini e sia nelle donne, e non sono rari gli individui che sono caduti nello sconforto più totale non trovando soluzioni a questa spiacevole situazione. Molto spesso, si tende a trascurare e sottovalutare l’importanza e la rilevanza che viene data all’estetica e all’apparenza.
Lo stato della chioma e l’acconciatura dell’individuo, infatti, risultano essere di vitale importanza nella società moderna. Per questo motivo, è importante non trascurare sia i sintomi fisici che quelli psicologici legati ad una possibile perdita di capelli o allo sviluppo di calvizie.